Docenti: Alessandra Monti, Sara Fabbri, Sara Ciarlariello
Informazioni generali
Titolo: Il coding nella didattica inclusiva
Negli ultimi anni nelle scuole è diventato centrale il binomio
innovazione e inclusione. Il progetto didattico ed educativo, a.s. 23-24, ha previsto la possibilità di sperimentare il laboratorio di Coding, come occasione di apprendimenti trasversali, favorendo il protagonismo di tutti i bambini.
Coding e Inclusione non sono argomenti agli antipodi ma il linguaggio computazionale e di programmazione da un lato, e l’inclusione dall’altro come integrazione del “diverso” da me, possono rappresentare un’opportunità per creare qualcosa di importante per tutti i bambini, soprattutto per quelli che hanno qualche difficoltà.
Il modo di insegnare, nel corso degli anni è cambiato, e anche i bambini di oggi sono diversi da quelli del passato; ci troviamo di fronte ad una nuova generazione, i cosiddetti “nativi digitali”, che hanno sicuramente predisposizioni all’uso del computer e dei dispositivi digitali e multimediali ma spesso non comprendono quanto questi strumenti possano essere utilizzati per promuovere e sviluppare nuove modalità di apprendimento e di organizzazione delle conoscenze. Il lavoro svolto con i nostri bambini/e, ha consentito di arricchire l’offerta formativa per quanto riguarda:
- gli obiettivi specifici di apprendimento;
- l’acquisizione di competenze trasversali come ad esempio quelle di cittadinanza;
- la valorizzazione dei talenti e delle unicità di ognuno di noi
- il potenziamento delle capacità di attenzione, di concentrazione e di memoria.
Questo progetto è stato inserito all’interno del nostro progetto di
plesso ”Naturalmente artisti”. All’interno delle singole sezioni l’obiettivo comune è quello di sensibilizzare i bambini/e alla riflessione sullo sviluppo del pensiero computazionale, fornendo loro l’opportunità di cimentarsi con forme di espressione originali e stimolanti, mettendoli in condizione di esprimere le proprie peculiarità e le proprie capacità.
Il coding e la robotica educativa rappresentano non soltanto ambiti di sviluppo di competenze connesse al pensiero computazionale, ma costituiscono risorse importanti per l’incremento dei processi di socializzazione e per lo sviluppo di attività collaborative di problem solving.
Queste attività, se ispirate ai principi di inclusione, possono contribuire a realizzare percorsi formativi efficaci per tutti i bambini/e, offrendo a quelli che presentano bisogni educativi speciali canali motivanti per l’apprendimento e l’ interazione, aiutandoli a superare le difficoltà che, processi di apprendimento calibrati prevalentemente su livelli verbali, spesso non consentono.
Possiamo affermare che i nostri bambini hanno sperimentato e investito, nel saper fare tecnologico, e nello stesso tempo sono stati capaci di attivare accoglienza e inclusione.
Realizzazione
La didattica inclusiva si fonda su un principio relativamente recente, ma diventato fondamentale per le sorti della scuola. Prima si parlava di didattica integrata come metodologia per coinvolgere i bambini con disabilità che dovevano adattarsi all’ambiente scolastico. Adesso, invece con l’inclusione si fa riferimento a quelle strategie che sono finalizzate alla partecipazione di tutti i bambini/e, con l’obiettivo di valorizzare al meglio le potenzialità e le caratteristiche di ciascuno. E’ la scuola ora che si adatta ai bambini.
Si qualifica come una didattica di qualità per tutti, ormai da tempo ha smesso di essere considerata come una corsia d’accesso preferenziale solo per allievi con disabilità o bisogni educativi speciali.
Possiamo considerarla sempre più come uno stile d’insegnamento, un orientamento educativo e didattico quotidiano che si prefigge di rispettare, valorizzare le differenze individuali presenti in tutti gli allievi, con una particolare attenzione alle situazioni in cui tali differenze creano barriere all’apprendimento e alla partecipazione alla vita sociale.
La didattica inclusiva :
- riguarda tutti i bambini/e e le loro potenzialità;
- è un processo che prende in considerazione tutti i bambini/e;
- si riferisce alla globalità della sfera educativa e sociale;
- interviene prima sul contesto (ambiente) e poi sul soggetto;
- favorisce una risposta ordinaria (non speciale);
- ha una finalità sociale: interazione tra tutti i bambini/e “attori” partecipanti.
L’inclusione e la didattica inclusiva cercano di offrire a tutti i bambini/e eque possibilità di apprendere e sviluppare le competenze di cui hanno bisogno per crescere.
All’interno del nostro plesso vi è una forte affluenza di bambini di nazionalità diverse, che ancora non utilizzano correttamente il linguaggio verbale, sono arrivati in Italia da poco, ancora non comprendono la lingua, i genitori non parlano bene l’italiano e, essendo ancora piccoli, spesso utilizzano il linguaggio non verbale.
Questo, a volte, può diventare motivo di frustrazione per tutti bambini sia per chi non parla la stessa lingua sia per chi non ne ha la comprensione…
Gli insegnanti nel promuovere il processo d’inclusione, per garantire la partecipazione attiva di tutti i bambini all’interno dell’ambiente educativo, devono accogliere e supportare tutti i bambini, indipendentemente dalle loro abilità, bisogni speciali o diversità. L’obiettivo è quello di garantire che ogni bambino abbia l’opportunità di raggiungere il suo pieno potenziale e di sentirsi parte integrante della comunità scolastica. Il concetto chiave della teoria dell’apprendimento di Vygotsky è la zona di sviluppo prossimale (ZDP), quella distanza tra quello che un bambino/a può fare da solo e quello che può fare con l’aiuto di un adulto . Questa zona rappresenta il potenziale di apprendimento di un bambino/a, che esplorando nuove idee può portare a un apprendimento significativo. Ogni sezione è quello che ha messo in moto per ciascuno dei bambini e delle bambine H. presenti nel plesso. Le insegnanti si sono attivate per mettere in pratica un supporto strutturato e mirato per ognuno di loro, l’obiettivo dell’attività dello scaffolding è proprio quello di fornire un sostegno temporaneo per completare l’attività in modo da favorire il suo sviluppo cognitivo e la sua autonomia. Nel plesso, ci sono alcuni bambini con disabilità certificata: una bimba albanese al primo anno della scuola dell’infanzia; un bambino che è iscritto all’ultimo anno e farà il passaggio a settembre alla scuola primaria e un bambino di sei anni, affetto dalla Sindrome di Noonan che comporta importanti disabilità fisiche (non deambula e non verbalizza), “trattenuto” un altro anno per permettergli una maggiore crescita psico-fisica.
Il coding attivato per M. è stato creato per lui apposta nel giardino della scuola , più semplificato rispetto agli altri bambini/e in base alle sue capacità. Lo ha affrontato con gli amici che fungono da spettatori ma sopratutto da facilitatori. Abbiamo utilizzato la voce guida dell’insegnante, insieme al supporto fisico e gli ausili che lui utilizza, per permettergli di affrontarlo in autonomia, scoprendo così maggiore movimento e coordinazione, esplorando i suoi confini. Terminato il percorso, trova come “premio” il suo gioco preferito: “la macchina dei pompieri” come rinforzo.
In correlazione al lavoro svolto a scuola, dalle diverse sezioni, è stato proposto anche a K. e A., due bambini con lo spettro autistico, un percorso per l’attività di coding.
Il percorso è stato costruito dalle insegnanti a scuola che hanno creato un grande tappeto, dove sono state disegnate delle caselle A seconda degli obiettivi prefissati sono stati inseriti nelle caselle dei simboli con gesti del corpo, come: battere le mani, saltare, girare e andare avanti.
K. è una bambina di 3 anni di origini albanesi e è arrivata in Italia nel 2023. Sta imparando l’italiano e conosce alcuni vocaboli. Riesce a eseguire i comandi attraverso l’imitazione e la guida corporea. E’ stato così portato a termine tutto il percorso, aiutata anche dal facilitatore “gioco” che era posizionato all’arrivo.
Nel corso dell’anno scolastico sono state diverse le occasioni di incontro a piccolo gruppo, nell’atelier Arcobaleno. Qui i bambini svolgono insieme attività strutturate, attività manipolative, attività grafico-pittoriche. Il lavoro in piccolo gruppo, con la musica che viene utilizzata come rinforzo e facilitatore, favorisce un’attenzione più prolungata e svolgere l’attività richiesta in maniera tranquilla e rilassata con tempi lenti. Una volta portata a termine l’attività richiesta, i bambini possono scegliere un gioco presente o utilizzare i tappetoni morbidi per stendersi, rotolare o fare salti.
Negli ultimi due mesi abbiamo iniziato a utilizzare le tessere per l’attività di coding, abbiamo chiamato un bambino per ogni sezione per supportare e rinforzare, se necessario, l’attività proposta.
Inizialmente abbiamo mostrato la tessera contenente il comando da riprodurre e abbiamo utilizzato i numeri come facilitatori per aiutare i bambini ad eseguire il comando richiesto. Le insegnanti di M. (essendo lui non verbale), nella quotidianità usano i numeri durante i giochi al tavolo per permettere di sentire almeno il suono o nella camminata che lui effettua durante la giornata sia con gli ausili sia con l’aiuto dell’adulto contando i passi. Per alcuni bambini è stato facile apprendere in poco tempo la richiesta che veniva fatta, per altri invece c’è voluto più tempo nella comprensione.
Il percorso che abbiamo proposto ai bambini/e è stato personalizzato e progettato in itinere per permettere anche al bambino con disabilità fisica di poterlo affrontare, riconoscendo i simboli che quotidianamente gli vengono proposti nelle routine della giornata scolastica, grazie all’aiuto della guida fisica dell’educatrice, della musica, dei rinforzi-gioco e degli amici che fungevano da spettatori e facilitatori. Questi piccoli comandi che abbiamo deciso di proporre ai bambini nello svolgimento di questa attività non sono stati scelti per caso, ma strutturati per permettere ai bambini di affrontare le routine quotidiane presenti nel contesto scolastico (es. gesti che comunemente i bambini utilizzano o vedono nella giornata scolastica quando siamo nel circle-time a cantare le canzoni).
Per M. il battere cinque nella mano, è una richiesta che le insegnanti attivano quotidianamente per ogni sua conquista giornaliera. Stimolarlo ad affrontare una camminata in “autonomia” con l’utilizzo della sedia è per lui una grande conquista perchè deve acquisire forza fisica e fiducia in sé stesso per darsi la possibilità di affrontarla(obbiettivo da raggiungere nel tempo). Solitamente per raggiungere il circle time M. viene stimolato ad andare da solo con la sua sedia dal tavolo in cui è seduto fino al cerchio dove si trovano gli amici che lo aspettano applaudendo o battendo il cinque.
Inizialmente non è stato facile catturare l’attenzione di A. Per questa attività, anche utilizzando il facilitatore della musica tendeva a distrarsi e a dire “basta” e tornare ai giochi che preferisce. Uno dei facilitatori che A. preferisce sono i numeri, e proprio questi ci hanno aiutato a portare a termine l’attività di coding richiesta, utilizzando solamente la guida verbale dell’insegnante senza che ci fosse bisogno di guidarlo anche fisicamente. Aggiungendo i numeri fino a 6 nel percorso che A. doveva fare, insieme ai gesti che comunemente utilizziamo nella nostra giornata scolastica (batti le mani, batti i piedi, fai un salto e batti le mani sulle cosce), abbiamo contato insieme fino al termine dell’attività per fare capire ad A. Che doveva seguire i numeri per arrivare alla fine.